Siracusa

Sono le istituzioni, i sindacati, il terzo settore e, soprattutto, gli imprenditori più illuminati, che puntano sulla qualità e sull’etica anziché sullo sfruttamento

Il contesto

Cassibile è una frazione di Siracusa che negli ultimi anni ha legato il suo nome a un campo allestito alle porte del centro abitato, a pochi metri dalla chiesa del marchese Loffredo, tra i resti di un feudo ormai abbandonato. Qui ogni anno trovano ospitalità centinaia di migranti, molti dei quali provenienti dai paesi dell’Africa Subsahariana.

Da queste parti la figura del caporale è sempre esistita: il reclutamento illegale, i ricatti, fare pagare due euro per una doccia o per ricaricare lo smartphone alla presa elettrica sono purtroppo prassi consolidate. In un contesto sicuramente complesso c’è però chi ha la forza di remare contro, chi crede con fermezza che un modello differente possa esistere. Sono le istituzioni, i sindacati, il terzo settore e, soprattutto, gli imprenditori più illuminati, che puntano sulla qualità e sull’etica anziché sullo sfruttamento.

I lavoratori

I migranti stagionali che vivono al campo di Cassibile preferiscono non parlare di lavoro. Tutti, o quasi, conoscono il significato della parola “caporale”, è una delle prime che imparano quando arrivano in Italia. In campagna raccolgono patate, fragole, cavolfiore, mentre i più esperti trovano lavoro negli agrumeti, in particolare nei limoneti, dove è richiesta una manodopera specializzata.

  • Molti dei braccianti che lavorano nei campi neppure conoscono il loro datore di lavoro
  • Per trasportare i lavoratori in campagna, i caporali chiedono un compenso che di solito viene detratto dalla paga oraria
  • Chi non ha il permesso di soggiorno è soggetto a ricatti e spesso costretto ad accettare qualsiasi condizione retributiva

Gli imprenditori

Il caporalato coinvolge soprattutto le aziende più piccole, ad esempio quelle a gestione familiare, inserite in un meccanismo perverso di “concorrenza di vicinato” e in molti casi costrette a svendere il prodotto. Al contrario, la maggior parte delle imprese più strutturate applicano rigorosi protocolli disciplinari che rendono più sicura la filiera.

  • Gli imprenditori in regola chiedono di intensificare i controlli alle piccole e medio imprese agricole, considerate le più a rischio
  • Sono per l’istituzione di un collocamento trasparente, che favorisca l’incontro tra domanda e offerta, tenendo fuori gli intermediari improvvisati
  • Spingono per la certificazione dei prodotti, così da permettere al consumatore di conoscere l’origine e il percorso di ciò che acquistano

I sindacati

Il compito dei sindacati che agiscono nel Siracusano è arduo. Per ottenere un cambiamento possono trascorrere degli anni, ma poi basta pochissimo per tornare indietro al punto di partenza. Ci si muove sempre tra molte difficoltà, ma nonostante tutto il campo di Cassibile negli ultimi tempi è migliorato. Adesso ci sono un punto acqua, un punto luce e dei wc chimici che rendono il posto più dignitoso.

  • I sindacati sostengono che, nella maggior parte dei casi, oggi il caporale è un migrante conosciuto dai proprietari delle piccole aziende per le quali opera in modo illecito
  • Anche loro, come gli imprenditori più virtuosi, chiedono l’istituzione di un collocamento pubblico
  • Sono convinti che un controllo sui prezzi possa evitare le attuali incongruenze tra costi in campo e costo finale

Gli amministratori

Siracusa, la Sicilia, sono terre accoglienti. È sempre stato così, l’ospitalità è nel dna dell’isola. Basti pensare che nella piazza di Ortigia una chiesa cristiana integra al suo interno un tempio greco. L’unico caso al mondo. L’Amministrazione comunale, che ogni anno si ritrova ad affrontare la “questione Cassibile”, è consapevole di questa vocazione. E si muove di conseguenza, in un terreno minato. Alla ricerca di una soluzione che accontenti tutti. Nel segno della legalità.

  • Gli amministratori chiedono aiuto, il Comune non può risolvere il problema soltanto con le sue forze
  • Sostengono che le baracche nei campi non siano dignitose, ma distruggerle non serve se non esiste un’alternativa
  • Puntano sul “fare rete”, attraverso tavoli di confronto che coinvolgano anche imprenditori, rappresentanti sindacali e società civile

Terzo settore

Tendere una mano ai migranti, comprendere usi e tradizioni di persone che arrivano da altre latitudini e di colpo si trovano catapultate in una realtà sconosciuta. Il ruolo del terzo settore nella lotta al caporalato è fondamentale. Al di là di norme, accordi e tavoli di confronto, è necessario un dialogo continuo e costruttivo, così da far comprendere perché bisogna stare dalla parte giusta.

  • Il terzo settore chiede più diritti per i migranti, figure fondamentali per lo sviluppo dell’agricoltura locale
  • Fornisce ai lavoratori un servizio di tutela legale e la possibilità di scegliere un indirizzo dove fare recapitare la corrispondenza
  • Auspica una collaborazione tra le associazioni del territorio, che troppo spesso agiscono ognuna per conto proprio