Hackathon
Confronti, dibattiti e proposte che hanno coinvolto oltre 60 studenti degli istituti di scuola secondaria di secondo grado.
Quattro giornate di confronti, dibattiti e proposte che hanno coinvolto oltre 60 studenti degli istituti di scuola secondaria di secondo grado. Sono i numeri degli hackathon organizzati nell’ambito del progetto Dignità in campo a Siracusa (7-8 ottobre 2020) e Saluzzo (12-13 ottobre 2020) per sensibilizzare le comunità attraverso una partecipazione attiva basata su scambi di idee e ricerca delle possibili soluzioni.
Quattro i punti di partenza:
- Valorizzare le potenzialità dei territori a forte vocazione agricola;
- Promuovere e sostenere la legalità nella filiera agricola;
- Assicurare condizioni di lavoro dignitoso e prevenire nuove forme di sfruttamento del lavoro in agricoltura in accordo con la “Decent Work agenda” dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro;
- Attivare una rete in grado di favorire il coinvolgimento delle comunità locali attraverso percorsi di innovazione sociale.
In entrambi gli hackathon è stata utilizzata la metodologia del design thinking, che prevede approcci creativi e di innovazione per la risoluzione di problemi complessi, strutturata in cinque fasi:
- Le sfide: identificazione del problema e quindi dell’obiettivo
- I dati e gli attori chiave: identificazione del contesto
- Gli scenari: esplorazione e ricerca di soluzioni innovative
- Le possibili soluzioni: ideazione, prototipazione e test
- Realizzazione del progetto e pitching: implementazione
Al termine delle attività, le soluzioni proposte nelle due città convergono sugli stessi filoni progettuali:
Filiera etica
Che tramite un marchio riconoscibile promuova i prodotti realizzati secondo condizioni di lavoro dignitose e garantite, permettendo così ai consumatori di sostenere i produttori rispettosi attraverso l’acquisto consapevole.
Recupero di edifici sfitti
Utilizzando fondi provenienti da bandi nazionali o europei, al fine di adibirli ad abitazione per i lavoratori, ottenendo il duplice vantaggio di promuovere l’integrazione nella comunità e ridare funzionalità ai locali altrimenti inutilizzati, in un ottica di sostenibilità e rimessa in circolo delle risorse.
Programmi di formazione rivolti a lavoratori e imprenditori
Ai primi si offrirebbero corsi di italiano e materie di diritto ed economia di base per accompagnarli verso l’autonomia economica, ai secondi incontri sul tema del caporalato per sensibilizzarli e fornire loro gli strumenti per contrastarlo.
Coinvolgimento attivo della comunità locale
Attraverso attività di comunicazione sui social ed eventi creati ad hoc per ingaggiare anche il pubblico giovane. E ancora, la creazione di gruppi e luoghi dove incontrarsi per informarsi, sollevare la questione e portarla all’attenzione di un pubblico più allargato, a partire da amici e parenti, fino agli amministratori locali.
Importanza di lavorare in rete coinvolgendo tutte le parti sociali
Dagli imprenditori ai sindacalisti, ma anche terzo settore, grande distribuzione organizzata, amministratori locali e ovviamente i lavoratori.