Il contesto

Il progetto Dignità in Campo si pone l’obiettivo di sperimentare in due territori del Paese, Saluzzo (Piemonte) e Siracusa (Sicilia), azioni mirate a prevenire qualsiasi forma di irregolarità nel settore agricolo.

Una filiera in difficoltà

Negli ultimi anni la diffusione capillare della grande distribuzione organizzata (gdo) ha messo in ginocchio le filiere di alcuni prodotti agricoli. I colossi del commercio impongono i prezzi alle imprese, costrette ad accontentarsi di margini di profitto sempre più bassi. Una concorrenza sleale che si ripercuote sui lavoratori stagionali, spesso sottopagati e vero anello debole di un sistema che andrebbe riformato. Ad esempio, attraverso una normativa che renda trasparenti i rapporti commerciali dell’intera filiera e fornisca al consumatore finale informazioni dettagliate sul prodotto acquistato. È vero, ci sono le etichette, ma in molti casi non sono ben visibili e comunque non esiste ancora una vera indicazione di provenienza. La situazione potrebbe migliorare con l’eliminazione delle aste a doppio ribasso utilizzate dalla grande distribuzione (l’iter della legge che dovrebbe proibirle è tuttora in corso), che raccoglie le migliori offerte di vendita per poi indire una seconda asta fissando un prezzo di partenza ancora più basso, che in certi casi copre appena i costi di produzione.

I lavoratori stagionali

Si calcola che in Italia soltanto il 10% dei lavoratori stagionali è assunto attraverso il decreto flussi. Chi rientra in questa percentuale riesce a ottenere un contratto di lavoro certo e un alloggio offerto dal datore di lavoro. Nel restante 90%, una prima metà ha un titolo di soggiorno o è un cittadino comunitario mentre l’altro 45% vive nell’ombra. Si tratta di persone costrette ad accettare qualsiasi retribuzione e condizione di lavoro pur di ottenere il rinnovo dei documenti e rimanere sul territorio italiano, le vittime preferite dei caporali. A Saluzzo e Siracusa la maggior parte dei lavoratori stagionali proviene dall’Africa Subsahariana ed è giunta in Italia dopo un lungo e logorante viaggio per terra e per mare. La Sicilia è la prima tappa, poi la Calabria, qualcuno si ferma nel Lazio, c’è chi arriva in Piemonte con la speranza, un giorno, di raggiungere la Francia o il Regno Unito dove magari vive qualche parente.

Permessi e contratti

Fra le novità introdotte dal decreto sicurezza 113/2018, vi è l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Proprio le difficoltà per l’ottenimento di un documento valido, che permetta ai lavoratori stagionali di muoversi liberamente in territorio italiano, ha aumentato la loro vulnerabilità. A ciò si aggiunga l’ulteriore difficoltà da parte degli attori territoriali (banche, poste, cpi, aziende, amministrazioni, agenzie del lavoro e agenzie immobiliari) nell’interpretare correttamente la nuova normativa, garantendo l’accesso ai propri servizi a richiedenti asilo e titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari. In ultimo, le tempistiche delle questure, che non coincidono e non sono compatibili con la “fluidità” dei migranti e con i tempi delle aziende bisognose di manodopera. Il risultato è che i lavoratori stagionali si muovono su è giù per il Paese senza diritti, privi, fra le altre cose, di un conto bancario e assistenza sanitaria.

Il documentario

Il racconto video della filiera agricola attraverso le voci dei protagonisti: imprenditori, lavoratori, amministratori, sindacati e terzo settore. 

Un percorso da nord a sud, le riflessioni sulle criticità del comparto, messo in difficoltà dalla grande distribuzione, ma anche le esperienze virtuose di chi si impegna ogni giorno per migliorare la situazione.

Il progetto

Il progetto Dignità in Campo si pone l’obiettivo di sperimentare in due città del Paese, Saluzzo (Piemonte) e Siracusa (Sicilia), azioni mirate a prevenire qualsiasi forma di irregolarità nel settore agricolo.